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mercoledì 26 aprile 2017

INFECTED RAIN - 86 - 2017

INFECTED RAIN - 86 - 2017

Raramente sbaglio in fatto di 'fiuto' musicale. Quando 'annuso' una band e la indico come prossima grande scoperta del panorama metal ci prendo. Lo stesso è avvenuto con Infected Rain. Questi ragazzi provenienti dalla Moldavia, piccolo paese dell'est Europa. Formati nel 2008 si distinguono subito per la presenza di una cantante che non passa inosservata. Nel 2014 rilasciarono il loro secondo album, Embrace Eternity, con il quale gettarono le basi per ciò che oggi, nel 2017, abbiamo tra le mani, questo '86', album autentico capolavoro che si contraddistingue per maturità, dinamismo e perfetta amalgama musicale degli elementi metal con i quali IR sanno giocare in maniera pregevole.
Mold primo brano ci presenta il nuovo lavoro discografico con una doppia cassa ed un mood furioso, tessitura ritmica complessa prendendo esempio da insegnamenti chitarristici di bands quali Slipknot e Korn. Questi sono i territori sonori su cui si muove la band. Al loro arco però i ragazzi hanno varietà sonora, strumentale ( elementi sonori elettronici che si amalgamano con lo scheletro delle canzoni) e vocale. In effetti è inutile girarci tanto intorno, ciò che fa la differenza con altre bands è il mostruoso lavoro vocale della singer Lena. Capace di passare da screams stremi e growling per approdare a passaggi melodici, frutto di duro lavoro per migliorare queste qualità che riesce a mantenere inalterate anche in sede live.
You think you're so different
But you are playing by their rules
You think you're so special
But you are the one to lose

Serendipity ne è un buon esempio, canzone che per ritmica potrebbe essere stata scritta dalla sezione ritmica degli ultimi Korn, si differenzia dai colleghi per la dinamicità melodica del ritornello, accoppiata vincente di strumentisti capaci di variare in uno stesso brano molti ritmi e un vocal poliedrico.
Freaky Carnival non si esenta da questo trademark. Cambi di ritmo che intersecano melodie. La parola d'ordine di questo intero capitolo discografico sembra essere dinamicità. Tutto fila liscio, puro e riuscito! In questo brano i ragazzi sono riusciti a fare con l'elettronica quello che altri artisti hanno provato e fallito. Melodia, ritmica serrata e fantasia.
Endless Stairs risulta uno dei brani che ritengo da dieci e lode. Sergey e Vidick alle chitarre mostrano un'intesa esecutiva ormai molto affiatata mentre Vova al basso e Eugene alla batteria creano un tappeto sonoro così solido da poter reggere le fondamenta di un palazzo.
Orphan Soul è un brano che stà velocemente riscontrando i favori di tutti i fans diventando uno dei brani più richiesti. Come di consuetudine, dalla prima nota all'ultima di questo lavoro la band riesce a creare un'altra perla musicale. Capace di variare di umore al suo interno, questo brano è catchy e introspettivo. Sognante, evocativa, la sua parte più profonda. Cause I can fly with no wings .
Fool the gravity è uno tra i brani che furono presentati, se ben ricordo, già nel 2016 con un bel video a supporto. E proprio della parte visiva, di quest'altra grande arte, gli IR fanno buon uso, ben sapendo che nel 2017 occhio e orecchio vanno a braccetto. Lena è un'artista visuale incredibile, attraverso questo aspetto completa in maniera sublime la parte musicale. Ogni dettaglio, come nella musica, non è lasciato al caso ma curato minuziosamente attingendo nel mondo folle, visionario, determinato di un'artista a 360 gradi. Come la sua voce, anche l' aspetto e ciò che attraverso di esso vuole trasmettere veste di diversi strati. Grazie a ciò possiamo trovarci difronte la follia creativa di Tim Burton, la femminiltà ancestrale di una dea madre, la strega / guaritrice in essa racchiusa. Colore, fantasia, ombre, determinazione.
Intoxicating è un brano stupendo, spezza un po' il ritmo al momento giusto con un ritmo pachidermico giusto prima di risalire la montagna con altri due brani furiosi  come Somking Lies prima e Peculiar Kind of Sanity dopo.
Queen of the candy world regala un passo vocale ancora differente, qui si inserisce al tessuto estremo / melodico un passaggio molto vicino al classico clean vocals di Lacuna Coil.
My Home chiude gloriosamente come un guerriero nella sua ultima battaglia, non abbassando la guardia e schiacciando i nemici.
Dopo tanti paragoni, che spesso vengono dati per indirizzare un concetto musicale in un canale ben preciso, in modo che un richiamo possa dare più nitidezza al posto in cui ci si ritrova ascoltando un brano musicale, tengo in particolar modo a chiarire che IR attingono a suoni e strutture metal attuali ma vivono, creano e suonano esclusivamente in maniera pura, come un diamante brillano di luce propria.
Ritorno volentieri ad un concetto già espresso per concludere questa breve recensione, quando tutto fila liscio, quando tutto è ben rodato si ottiene qualcosa di speciale. Gli IR del 2017 ci regalano musica di grande qualità. Duro lavoro, passione e genio. Bravi.




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