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mercoledì 17 aprile 2013

VOLBEAT - Outlaw gentlemen & shady ladies 2013

Volbeat - Outlaw gentlemen & shady ladies 2013


L'album più atteso, sapevo che sarebbe stata un'ennesima conferma, sapevo che mi sarebbe piaciuto perché i Volbeat sono veramente grandi, sono veramente una rock band fenomenale, fuori schemi, atipica, europea ma con l'animo universale, che band signori e signore...i Volbeat! Let's shake some dust è solo il biglietto d'ingresso, un minuto e mezzo di west, armonica e chitarre flamenco, usato per aprire le tende dello spettacolo, non ci si aspetta dall'ingresso delicato un suono così roccioso che ne seguirà! Pearl Hart è condotta da Michael Poulsen nella migliore tradizione Volbeat! Melodia e chitarre aperte/stoppate a successione, brano perfetto per aprire, può ricordare qualcosa dell'album precedente con l'aggiunta strepitosa del lavoro chitarristico del 'nuovo' Rob Caggiano, qui in veste prima di produttore ed ora definitivamente in pianta stabile nella band. Il suo trascorso in una band come gli Anthrax non può che farmi felice, non poteva che portare aria metal all'interno della sempre intraprendente band. The Nameless One è feroce e sfocia in un ritornello 'dolcissimo', lo so sembra una cagata detto così ma l'alternanza del cantato Poulsen grintoso/melodico fa drizzare le orecchie! Ritmo cadenzato a sorreggere questa canzone suadente dal groove che si appiccica in testa, ritornello micidiale! Dead but rising? si grazie e tanta anche perché qui si appesantisce il tutto, il ritmo da headbang, i migliori Volbeat di qualche album fa, pochi fronzoli, si martella, si accelera, si stoppa, la band sforna brani duri dal passato con la consapevolezza e la sapiente maestria da compositori maturi, l'obiettivo è ben centrato nel mirino delle chitarre Poulsen/Caggiano, incredibile quanti cambi di tempo si possono trovare in questi brani, possiamo incominciare a definire questo album come il più progressive dei Volbeat? Può essere, se, e ricordatevi bene cosa stò per dire ora, ...and justice for all dei Metallica venne definito album progressive...ebbene allora nella stessa maniera 'Outlaw' lo è. Adoro senza mezza termini Cape of our hero, è la song emotiva per eccellenza, semplice nell'incedere, aperta, malinconica, un testo incredibile come anche fallen riuscì a colpirmi, Poulsen è un grande, un mito della sei corde e del cantato, con gli anni è riuscito a diventare punto di riferimento e credetemi come lui non ce ne sono molti in giro ad avere stoffa da metal heads di ampie vedute. Ascoltate Cape of our hero almeno 10 volte al giorno dovrebbe raccomandare una buona stazione radio rock! Cosa ti puoi aspettare da un brano che ospita King Diamond? boh, cantato in falsetto? anche, ma trovarsi al cospetto di un brano Room 24, che potrebbe arrivare direttamene da 'Them' del Re questo non lo speravo, cazzo, la song è sorprendente e qui i solos di Caggiano iniziano a far venire i brividi, il mix vocale del duetto Michael/Diamond è azzeccato ma, ripeto, aggiornate i suoni dei migliori album del ReDiamante solista, mixate il tutto con i Volbeat e otterrete qualcosa di veramente fico! The Hangman's body count parte leggera, introduce ad un nuovo salone della mastodontica casa patronale 'Outlaw' ma poi una volta dentro pensa bene di accelerare. Forza, velocità, melodia vocale, mix perfetto! Letale! Judgement will prevail the hangman is here! Intermezzo western che un po' fa da unione su tutto il lavoro! My body è una cover della band Young The Giant, non li conoscevo e mi ha stupito mia moglie mentre in auto la sparavo a mille sentirgliela canticchiare come se niente fosse, sì la conosco mi dice, è una canzone di un po' di tempo fa...boh, il brano funziona, è solare, divertente e funge ottimamente per tirare il fiato, facile sarebbe stato buttare dentro una cover dei Metallica magari, invece ecco qui a rilanciare questa band che entra atipicamente nelle loro corde. Lola Montez ... so beautiful ...e così deve esser stata, la Lola ballerina irish dellla metà '800 deve avere avuto una vita veramente cool, la song la omaggia in perfetto stile V con un feeling arioso, canzone da corsa sprinter, motivante!  Black bart parte in stile heavy '80 per mettere sull'acceleratore i Motorhead, grassa canzone bicorde che oltre all'headbanging prometterà un ottimo stage diving durante le performances live dei 4 cowboy! Lonesome rider spagnoleggiante all'inizio, rockabilly nel cuore, dura quanto basta per il resto, cantata in duetto con la cantante Sarah Blackwood che non conoscevo, ottima voce e pare pure brava cantautrice, boh, cercheremo qualcosa a tal riguardo...ad ogni modo la coppia qui funziona, a Michael i duetti riescono sempre bene, emozionante il pezzo centrale del brano, stacca completamente dal resto della song e viaggia con le proprie gambe per poi tornare sui suoi passi billy. The sinner is you inizia epica, sembra un intro da momenti di gloria e poi si spara un brano godibilissimo...or the sinner is you...non resta che cantare il coro allo stadio! Forse non stò parlando abbastanza del meraviglioso lavoro fatto da Caggiano alla chitarra, dei suoi splendidi giri armonici che arricchiscono e supportano in maniera perfetta la macchina spara ritornelli Poulsen. Forse non lodo abbastanza il lavoro di basso e batteria, sembra tutto dovuto attraverso il mio scrivere, ma parto dal fatto che le capacità compositive della band le conoscano ormai tutti, questi ragazzi sono veramente di un altro livello, sono rockstar, lo sono e basta...respirate il ritmo bastardo di Doc Holliday, se non vi fa sbattere la testa questo pezzaccio allora siete fottutamente morti, fatevi seppellire e andate a fanculo, questo brano rosicchia i vostri timpani...oooooooohhh the outlaw man's roar! Un brano tenebroso come Our loved ones chiude la versione normale dell'album, se i Metallica fossero vivi musicalmente scriverebbero una the unforgiven così al giorno d'oggi, invece tocca farlo a questi danesi con la perizia di un chirurgo, bella, emozionale, testo cupissimo, assolo incredibile(purtroppo non so se di Rob o Michael o condiviso) ! Che degna song per chiudere un album magico...ed invece no, perché se non vi comprate l'album che contiene anche la bonus track Ecotone allora siete degli asini. Quando meno te lo aspetti ecco arrivare il brano che ...and justice for all non ha mai contenuto, cazzo, c'è tutto, il riffing, gli assoli alla Hammett...più i Volbeat che lo fanno meglio dei four horsemen oggi! Che pezzo, che goduria quando l'ho sentito la prima volta...e la seconda, e la terza..e....la lezione è servita! Un altro grande album, che dire, Caggiano ha fatto bene alla band anche se subito ho storto un po' il naso perché a me Thomas Bredahl piaceva, ma certi cambi alle volte portano miglioramenti incredibili! Ho acquistato oltre alla versione digipack del cd anche la versione book con un fantastico libro illustrato che racconta brano per brano le gesta dei mitici gentlemen e delle ladies fuorilegge! C'è da passare parecchio tempo su tutto questo materiale...anche la versione bonus di Lola Montez è carina e forse addirittura avrebbe meritato di stare al posto dell'altra, ad ogni modo Volbeat, sinonimo di garanzia, se non fosse una grandissima band non avrei tatuato il loro Elvisskull sul braccio! REBELS and ANGELS forever!

 
 
  • Michael Poulsenlead vocals, rhythm guitar
  • Anders Kjølholmbass guitar, backing vocals
  • Jon Larsendrums, percussion
  • Rob Caggianolead guitar
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