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martedì 5 febbraio 2019

MYRKUR - Mareridt 2017

                     MYRKUR Mareridt


MARERIDT è un'invocazione, un eco nelle valli, un richiamo delle energie del mondo nordico, un'introduzione per un mondo dimenticato. La voce soave risveglia guerrieri assopiti, guerrieri non umani, alberi, monti, tempeste e immensi dirupi fanno sentire la loro grandezza all'interno di questo brano che ci accompagna alla song black metal MANEBLOT. Chitarre tipicamente in stile con voce che si alterna tra infinita trucidità e epica melodia. La meraviglia di questa band è nel saper spiazzare l'ascoltatore unendo generi musicali distanti per provenienza come il black ed il folk nordico che si ritaglia spazi all'interno di brani veloci e metallici. Unicità nel settore, saper essere black nel cuore e legati al folklore delle terre natie, le tere nordiche, fredde e ribollenti allo stesso tempo, dove la potenza immane dell'acqua, il calore dei vulcani, le foreste scure portano con se storie e tramandano leggende, culti, unione con la natura selvaggia, senza compromessi. La bellezza della canzone THE SERPENT è quasi indescrivibile, la marzialità sonora è accompagnata da una voce capace di melodie con pochi pari nel panorama odierno. 'Cause I put a spell on you And I broke your book of rules I put a spell on you And I am the truth. ritornello centrale che precede un'uscita su pianoforte delicata. Il pezzo forte dell'album per me arriva con CROWN, per fare un paragone a me fa venire in mente se i Nine Inch Nails sposassero una decadente Chelsea Wolfe, impastassero il tutto in una tristezza sonora epica, Am I adored? Je suis votre amour Am I your whore? Cause you are the drug. Infine pensare alla decadenza vocale di Johnny Cash con la delicatezza femminile di questa interprete meravigliosa che è Amalie Bruun. Amalie porta con sé tutta la storia della propria terra natia, la Danimarca.  ELLESKUDT accelera un po' l'animo e risolleva la speranza. Una caqnzone balck metal epica, un racconto attraverso una storia che sa di millenni. DE TRE PIKER, bisogna chiudere gli occhi ed ascoltare i richiami, la dolcezza della voce che sposa suoni che cullano, ipnotizzano e riscaldano l'animo come un focolare dove il fuoco non si spegne mai. Non è black metal in termini musicali ma lo è sicuramente in intensità. Gli echi di tamburi conducono al passaggio verso FUNERAL, il brano a cui partecipa proprio la già citata Chelsea Wolfe, altra musicista molto dotata e dalle caratteristiche che accomunano la loro arte. Myrkur è senza dubbio il progetto estremo dell'artista Amalie Bruun ma ho notato con piacere che la collaborazione con i tanti musicisti all'interno della sua musica è sincera, non sono mezzi per 'eseguire' i brani ma arti, rami dello stesso albero per produrre questa magnifica opera sonora. ULVINDE si diverte a mixare i generi che stravolti e quasi irriconoscibili escono con una veste completamente tramutata per regalare all'ascoltatore più attento un diverso e ben più potente sound che non si distacca dalle primitive origine, ne trae la linfa vitale per evolvere. Inutile dire che questo avviene grazie al corpo dell'albero, la poliedrica Amalie che passa vocalmente attraverso mondi lontani, tutti domati e conosciuti benissimo. GLADIATRIX è una battaglia musicale e spirituale. I'm still not ready I'm still not ready They're waiting for me But I'm not ready. Chissà quali immagini richiamano queste parole, ognuno può tuffarsi e affrontare figure oscure che ne fuoriescono.  Kætteren è uno strumentale che mischia strumenti tipici di differenti nazioni, è una tarantella nordica, da suonare ad un sabba forse :)
L'album si conclude sulle note di Børnehjem  con una voce di bimba demoniaca, il testo parla da se, i canti corali che accompagnano il tutto sanciscono l'atmosfera mistica
The demons have always lived inside me
They always watch me, they want to play
But not today, no!
Today you must be like a normal girl
But I could not do what they told me to because I wanted to kill them
Like the demons have told me to do,
I wanted to make sure they all died so I could be alone and nobody would hurt me
But you see once they made me do those things
That you never want to speak about again
And you won't even remember.
That's what they tell you, you don't remember this, no!
But my demons do, they remember everything.
Everything.
And they will never forget what you did to me, never.

Personalmente adoro 4-5 brani di questo album, credo che si siano raggiunti dei punti di intimità compositiva molto alti, tanto alti da sancire questo album come uno dei migliori che io abbia ascoltato in questi ultimi decenni, sia sotto l'aspetto sperimentale che sotto l'aspetto lirico-storico. Vi è una versione dell'album con alcuni brani bonus ma io ritengo che il capolavoro sia racchiuso in queste 11 traccie. Spesso quello che c'è da dire stà scritto in poche righe, spesso ciò che è da compiere lo si fa in poco tempo. Myrkur non girano attorno al punto ma vanno al cuore del mostro. Magnifici.