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giovedì 14 marzo 2019

DEMON HUNTER - War/Peace 2019



I Demon Hunter sono dei capisaldi del metalcore statunitense, sono parecchi anni che sono sulla scena musicale, saliti alla ribalta come christian metal band hanno saputo mantenere costante il livello di uscite discografiche con risultati più che buoni. Nel 2019 rilasciano questi due album, venduti separatamente oppure in edizione limitata direttamente dal sito in preordine una mega confezione book contenente tutto quello che un lavoro discografico può portarsi dietro. Ho scelto di acquistare questa deluxe version subito dopo aver ascoltato una manciata di brani in anteprima, circa due mesi prima dell'uscita ufficiale. Ciò che è accaduto è semplice, quei brani non uscivano mai dalla mia testa tanto che al momento dell'ascolto su cd fisico li sapevo già a memoria, testi compresi.
Il perché dei due album è stato svelato spiegando che War comprende canzoni dal tiro più diretto, più marcatamente heavy o metalcore a cui hanno abituato i propri fan, in Peace invece dovrebbero trovarsi una lista di canzoni più melodiche, catchy. In vero io tutta questa differenza marcata non la sento, semplicemente, le canzoni selezionate sui due album stanno molto bene e legano perfettamente tra di loro. Qualche sperimentazione sonora in più su Peace forse è presente ma non pensiate di trovare songs da classifica pop.
Il primo album War viene aperto con una bella song incisiva chiamata CUT TO FIT e si capisce subito che il songwriting di questo 2019 marchiato DM è molto ispirato. Ogni testo, all'interno del book della versione limitata, è correlato da una spiegazione adeguata da parte del cantante Ryan essendone il compositore assoluto. La canzone ONMYSIDE prosegue magistralmente il discorso DM con il trademark azzeccato di parte heavy strofa, ritornello melodico. Leggendo, ascoltando, riflettendo un po' sulle parole alla fine il mio pensiero è che questi due album avrebbero benissimo potuto intitolarsi DEATH/LIFE. La ricorrenza dei riferimenti alla morte e alle problematiche della vita sono una costante lungo tutto il cammino. La morte come una non fine dell'esistenza, la paura come una nemica da combattere durante la vita. CLOSE ENOUGH  è un altro pezzone da headbang che sfocia in un ritornello luminoso per ricadere nel cadenzato spesso. Formula che funziona non si cambia, importante è l'ispirazione che guida a idee brillanti, a varietà di cambi di tempo, batteria mai monotona, ritmi serrati che si aprono e chiudono in continuazione. Varietà. UNBOUND  accelera un po' il passo. Un Anthem di libertà.   GREY MATTER se andiamo a ben vedere allora poteva inseririsi bene su Peace perché più 'easy' listening. Che non è una cosa negativa, è uno dei brani più belli, melodici e dinamici scritti dal quintetto. THE NEGATIVE spacca picchiando duro e accelerando i ritmi, un Anthem da cantare in coro. ASH è il mio brano preferito, uno dei brani più heavy di mio gusto di quest'anno sicuramente, non molla un attimo, ti prende per le palle e ti fa girare sulla ruota panoramica a velocità incontrollata. Assolutamente il top di questi due dischi! NO PLACE FOR YOU HERE, LEAVE ME ALONE  fanno da apripista per un'altra mastodontica song dal titolo LESSER GODS, brano maestoso, strutturato, fumoso, dark e heavy. L'album in questione contiene la bonus track GUNFIGHT che non è male ma non aggiunge molto al discorso sinora intrapreso.
Si può quindi voltare il book rilegato e inserire il cd Peace nel lettore. Come detto ci troviamo difronte a canzoni con più strutture 'sperimentali' addosso, per lo meno in alcuni tratti, specialmente in fase di produzione e mixaggio dove si è limato qualche spigolo in favore di songs più scorrevoli ma pur sempre heavy listening! MORE THAN BONES è un ottima canzone apripista, catchy e fluida con un ritornello che ti si incolla addosso e ti ritrovi a canticchiarla in continuo. I DON'T BELIEVE YOU mi piace tantissimo, song più introspettiva in cui le linee melodiche sia vocali che strumentali sono affinate alla perfezione. Canzone strutturata con egregia sapienza. LONELINESS è l'altro brano che preferisco. In passato i DM si erano già fatti conoscere per creare songs con questo tipo di 'tiro'. Melodico, triste, heavy, lento. Un mix micidiale che come un macigno rotola spazzando tutto quello che incontra. Perfetta. Is that you in my head? Have you woke from the dea? Or is it loneliness? PEACE accelera rimanendo solida mentre WHEN THE DEVIL COME è una sorpresa country/blues. Bellissima e messa al punto giusto del disco, alleggerisce le tonnellate di distorsione sinora ascoltate. Esperimento veramente interessante. TIME ONLY TAKES può insegnare a molte bands in circolazione che provano a scrivere canzoni con un buon mood ma non ci riescono. Semplice ma con talento, ha quel qualcosa che solo una band in forma compositiva può riuscire a creare. TWO WAYS sorretta da un'ottima ritmica chitarristica. RECUSE MYSELF è un'altra micro sorpresa. Song ipnotica guida all'ottimo ritornello let me recuse myself, lose myself, excuse myself from your world.
BET MY LIFE inizia acustica per spostarsi su sonorità heavy, diretta, snella e orecchiabile. FEAR IS NOT MY GUIDE chiude l'abum classico con passaggi suonati al pianoforte, voce e strumento, melodia ed emozione. Grande interpretazione vocale. La versione book ha la bella canzone TEAR YOU DOWN a concludere i lavori. Bella song che non avrebbe sfigurato al fianco delle altre.

https://www.facebook.com/demonhunter/

 
 
https://www.youtube.com/watch?v=4hWByu-1lis ASH
https://www.youtube.com/watch?v=jtQ0Fyv9mLU LONELINESS

martedì 5 febbraio 2019

MYRKUR - Mareridt 2017

                     MYRKUR Mareridt


MARERIDT è un'invocazione, un eco nelle valli, un richiamo delle energie del mondo nordico, un'introduzione per un mondo dimenticato. La voce soave risveglia guerrieri assopiti, guerrieri non umani, alberi, monti, tempeste e immensi dirupi fanno sentire la loro grandezza all'interno di questo brano che ci accompagna alla song black metal MANEBLOT. Chitarre tipicamente in stile con voce che si alterna tra infinita trucidità e epica melodia. La meraviglia di questa band è nel saper spiazzare l'ascoltatore unendo generi musicali distanti per provenienza come il black ed il folk nordico che si ritaglia spazi all'interno di brani veloci e metallici. Unicità nel settore, saper essere black nel cuore e legati al folklore delle terre natie, le tere nordiche, fredde e ribollenti allo stesso tempo, dove la potenza immane dell'acqua, il calore dei vulcani, le foreste scure portano con se storie e tramandano leggende, culti, unione con la natura selvaggia, senza compromessi. La bellezza della canzone THE SERPENT è quasi indescrivibile, la marzialità sonora è accompagnata da una voce capace di melodie con pochi pari nel panorama odierno. 'Cause I put a spell on you And I broke your book of rules I put a spell on you And I am the truth. ritornello centrale che precede un'uscita su pianoforte delicata. Il pezzo forte dell'album per me arriva con CROWN, per fare un paragone a me fa venire in mente se i Nine Inch Nails sposassero una decadente Chelsea Wolfe, impastassero il tutto in una tristezza sonora epica, Am I adored? Je suis votre amour Am I your whore? Cause you are the drug. Infine pensare alla decadenza vocale di Johnny Cash con la delicatezza femminile di questa interprete meravigliosa che è Amalie Bruun. Amalie porta con sé tutta la storia della propria terra natia, la Danimarca.  ELLESKUDT accelera un po' l'animo e risolleva la speranza. Una caqnzone balck metal epica, un racconto attraverso una storia che sa di millenni. DE TRE PIKER, bisogna chiudere gli occhi ed ascoltare i richiami, la dolcezza della voce che sposa suoni che cullano, ipnotizzano e riscaldano l'animo come un focolare dove il fuoco non si spegne mai. Non è black metal in termini musicali ma lo è sicuramente in intensità. Gli echi di tamburi conducono al passaggio verso FUNERAL, il brano a cui partecipa proprio la già citata Chelsea Wolfe, altra musicista molto dotata e dalle caratteristiche che accomunano la loro arte. Myrkur è senza dubbio il progetto estremo dell'artista Amalie Bruun ma ho notato con piacere che la collaborazione con i tanti musicisti all'interno della sua musica è sincera, non sono mezzi per 'eseguire' i brani ma arti, rami dello stesso albero per produrre questa magnifica opera sonora. ULVINDE si diverte a mixare i generi che stravolti e quasi irriconoscibili escono con una veste completamente tramutata per regalare all'ascoltatore più attento un diverso e ben più potente sound che non si distacca dalle primitive origine, ne trae la linfa vitale per evolvere. Inutile dire che questo avviene grazie al corpo dell'albero, la poliedrica Amalie che passa vocalmente attraverso mondi lontani, tutti domati e conosciuti benissimo. GLADIATRIX è una battaglia musicale e spirituale. I'm still not ready I'm still not ready They're waiting for me But I'm not ready. Chissà quali immagini richiamano queste parole, ognuno può tuffarsi e affrontare figure oscure che ne fuoriescono.  Kætteren è uno strumentale che mischia strumenti tipici di differenti nazioni, è una tarantella nordica, da suonare ad un sabba forse :)
L'album si conclude sulle note di Børnehjem  con una voce di bimba demoniaca, il testo parla da se, i canti corali che accompagnano il tutto sanciscono l'atmosfera mistica
The demons have always lived inside me
They always watch me, they want to play
But not today, no!
Today you must be like a normal girl
But I could not do what they told me to because I wanted to kill them
Like the demons have told me to do,
I wanted to make sure they all died so I could be alone and nobody would hurt me
But you see once they made me do those things
That you never want to speak about again
And you won't even remember.
That's what they tell you, you don't remember this, no!
But my demons do, they remember everything.
Everything.
And they will never forget what you did to me, never.

Personalmente adoro 4-5 brani di questo album, credo che si siano raggiunti dei punti di intimità compositiva molto alti, tanto alti da sancire questo album come uno dei migliori che io abbia ascoltato in questi ultimi decenni, sia sotto l'aspetto sperimentale che sotto l'aspetto lirico-storico. Vi è una versione dell'album con alcuni brani bonus ma io ritengo che il capolavoro sia racchiuso in queste 11 traccie. Spesso quello che c'è da dire stà scritto in poche righe, spesso ciò che è da compiere lo si fa in poco tempo. Myrkur non girano attorno al punto ma vanno al cuore del mostro. Magnifici.