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mercoledì 7 agosto 2013

CAYNE - cayne 2013



THE STRAIN è il tunnel per entrare nel mondo dei Cayne, un intro che pare voglia dire all'ascoltatore di accomodarsi sulla poltrona, stringere i pugni ed iniziare l'ascolto, il viaggio sonoro tra i più interessanti di questo anno in corso. WAITING inizia con verve, è chiaro che l'album sarà potente, melodicamente spaccaossa, elaborato, suonato da professionisti, suoni caldi e profondi, si capisce subito tutto dalle prime note...il break centrale sorprende perché entra con dinamismo il magnifico violino elettrico suonato da Giovanni Lanfranchi e mi fa piacere soffermarmi su questo aspetto perché il musicista in questione è parte integrata e essenziale di una band che finalmente pone in primo piano, anche sul palco, la figura del tastierista (e in questo caso eccelso violinista) che si arrampica e salta dal suo trespolo in sede live. DON'T TELL ME incarna in sé parti heavy e assoli melodici, difficile restare fermi o non muovere il piedino a tempo durante l'ascolto! TOGETHER AS ONE si fa cantare a squarciagola con una linea vocale impeccabile mentre la ritmica sostenuta e stoppata invoglia a sbatacchiare la testa! KING OF NOTHING  brano dall'incedere veloce, ritmato sprigiona veramente molta energia positiva, la ascolti volentieri con il braccio fuori dal finestrino mentre sfrecci in una strada assolata del Nevada. Una volta giunti al termine dell'ascolto intero di questo magnifico album non si può non fare i complimenti oltre che alla band nel suo intero, per aver saputo creare un lotto così ampio e puro di ottime songs, al cantante Giordano Adornato, anche grande mattatore in sede live, fantastico interprete su disco con un range vocale veramente invidiabile, emozionale su livelli differenti, professionista fatto e piacevolmente sorpreso dalla stupenda pronuncia in lingua inglese! Cosa non da poco, credetemi! Da menzionare senza dubbio la presenza di un assolo sul brano da parte del mostro sacro della 6 corde Jeff Waters (maestosamente suonato in  sede live dal buon Marco Barusso). LITTLE WITCH  è uno di quei brani dall'umore triste, ecco definiamoli così, che ti si appiccicano addosso e ti ritrovi a canticchiare il ritornello anche al cesso! Fantastica, commovente, strutturata con sapienza. Mi piace far notare che tutti i brani hanno una lunghezza adeguata, dicono tutto per il quantitativo di tempo giusto per poter diventare dei potenziali hits! DELIVERANCE non so perché ma sin dalla prima volta che l'ho ascoltata mi ha riportato alla mente sonorità Sister Of Mercy con la verve metallica della band! Siamo a metà viaggio e non c'è stato ancora un cedimento compositivo, comincio a pensare che possa essere uno dei pochi, sacri album che non usciranno dallo stereo, pc, lettore mp3 per anni...ADDICTED non smentisce la mia ipotesi, anzi, rincara la dose con un gran quantitativo di accordi spaccaossa, un bel brano Groove con l'occhio sempre buttato alla ballabilità, che in questo caso specifico non ha un riferimento negativo, ma in termini di movimento sotto il palco si devono per forza vedere parecchie teste rimbalzare! MY DAMNATION parte alla Lacuna Coil e qui è forse lecito pensare allo zampino di Claudio Leo o della continua attività di Marco con la band citata! Il brano sia ben inteso, vive di propria creatività ma porta in certe atmosfere dark metal (odiosi termini lo so, ma cerco di rendere in qualche maniera l'idea, la sensazione) care ai buoni amici Lacuna. Ed è proprio su THROUGH THE ASHES che prende vita la collaborazione canora con Andrea Ferro. Ottimo brano che in sede live picchia duro. BLACK LIBERATION  si distingue per una struttura più 'chitarristicamente' americana  a mio modo di vedere, di scuola speed thrash! Magnifica!!!!!Con la collaborazione di Paul Quinn dei Saxon! Un colpo veramente duro come sonorità arriva con la stupenda EVIDENCE impeccabile, ha tutto, ritornello orecchiabile attaccato ad un break durissimo! La adoro anche perché è situata appena prima del brano di  chiusura, una gemma sonora dal nome LIKE THE STARS. La band chiude i concerti con questo brano dedicandolo al grande Claudio Leo ed è difficile trattenere una lacrimuccia. Ricordo con piacere immenso ancora oggi il primo ep dei Lacuna Coil in cui Claudio nel 1997 suonava. Erano i semi di qualcosa di grandioso che sarebbe stato, un piccolo germoglio che sarebbe cresciuto nel metal italiano sino a divenire un albero portante e Claudio ne gettò le basi, ne fù ideatore. A pochi mesi dalla sua scomparsa ascoltare questi brani, da lui suonati, con lui creati mi lascia un po' di amaro in bocca...la sua chitarra stà sicuramente suonando altrove, ciao Claudio!
Ci tengo a citare due nuovi membri dei Cayne, il chitarrista talentuoso Diego Minach e il batterista Giovanni Tani entrambi membri della band Rhope! entrambi grandi musicisti! Spero il loro apporto nei Cayne possa essere duraturo.
 
Claudio Leo – Chitarra
Marco Barusso – Chitarra
Giordano Adornato – Voce
Andrea Bacchio – Basso
Giovanni Lanfranchi – Tastiere e Violino Elettrico
Guido Carli – Batteria
 
Diego Minach - live guitar
 
Giovanni Tani  - live drums
 
 
remembering Claudio: